Istituto e Museo del Genocidio Armeno di Yerevan: in una conferenza le ultime acquisizioni
a cura di Carlo Coppola
Negli ultimi mesi, i fondi scientifici dell'Istituto-Museo del Genocidio Armeno di Yerevan si sono arricchiti con oltre 4.300 materiali unici, che sono stati presentati ieri 25 luglio 2024 nella sala conferenze del Museo. All’evento sono state invitate alcune famiglie che hanno donato i loro preziosi materiali. Edita Gzoyan, direttrice del Museo del Genocidio Armeno, nel suo discorso introduttivo ha osservato che l'acquisizione di nuovi materiali, il loro studio e la divulgazione svolgono un ruolo chiave nelle attività di questa prestigiosa istituzione sin dalla sua fondazione. Ha quindi aggiunto che questa volta la geografia delle donazioni è piuttosto ampia. I preziosi oggi sono arrivate non solo dall'Armenia, ma anche da alcuni paesi della diaspora Francia, Libano, Stati Uniti, Russia, Grecia. Sono stati quindi menzionati anche alcuni materiali provenenti dall'Italia e portati recentemente, di persona dell'Ambasciatrice Tsovinar Hambardzumyan.
Gran parte del materiale presentato consisteva in fotografie originali scattate sia durante il genocidio armeno (anni 1915 e seguenti) che durante i massacri hamidiani (1895-1896). Circa 60 foto relative all'eroica resistenza armena compiuta sulla montagna del Musa Dagh (che gli armeni chiamano Musa Ler) sono state consegnate all’Istituto-Museo del Genocidio Armeno dall'armeno americano Craig Simonyan. Il fotografo franco-armeno Arshak (Max) Sivaslyan ha consegnato invece un gran numero di foto, che ritraggono episodi delle guerre in Nagorno Karabakh del 1992 e del 2016. Oltre alle fotografie, sono state presentate le memorie dei sopravvissuti al genocidio armeno, i documenti ottomani originali e lettere provenienti da Zeytun (1895) e Aintab (1920) di Hakob Ohanyan, noto capo della resistenza armena.
Tutti questi materiali sono stati brevemente presentati dalla signora Gohar Khanumyan, archivista dell'istituto e dai donatori presenti all'evento. Tutti i contributori hanno sottolineato quanto sia difficile separarsi dai ricordi lasciati dai loro antenati, ma tutti sono ben consapevoli che il posto migliore per conservare e studiare questi materiali sia proprio questo istituto come luogo privilegiato della memoria collettiva. La direttrice Edita Gzoyan ha anche garantito che questi materiali avranno un posto privilegiato nelle prossime mostre temporanee e, in segno di gratitudine, ha consegnato ai donatori attestazioni di ringraziamento. Per un'interessante coincidenza, il ricercatore tedesco Wolfgang Rickmann ha visitato il Museo proprio in questa giornata. Il dott. Rickmann ha recuperato e donato al Museo il frammento di un khachkar da lui trovato nei pressi della Chiesa di San Pietro a Van. L'incontro si è svolto in un clima di scientificità e familiarità mentre i contributori ricordavano brevemente la storia della loro donazione, nessuno dei presenti ha potuto nascondere le lacrime, vincendo il contegno scientifico. Ancora una volta questo incontro ha dimostrato con chiarezza ed evidenza materiale che le azioni genocidiarie volte a cancellare la popolazione armena dalla faccia della terra non hanno prevalso nella storia dell’umanità.