La storia di Amalia: discute la sua tesi di laurea durante il lockdown nella ludoteca del reparto di Oncoematologia Pediatrica
Una giovane donna, una mamma, una studentessa che è riuscita ad avere la forza di trasformare una grande difficoltà in un'opportunità e raggiungere così un traguardo importante.
Amalia si iscrive alla facoltà di medicina circa 8 anni fa,inizia a seguire scrupolosamente le lezioni e a superare brillantemente i primi esami,le piacerebbe diventare un bravo medico,realizzarsi professionalmente ,diventare una donna forte e indipendente come la propria mamma.
Il suo sogno si sgretola quando improvvisamente la mamma si ammala di cancro e dopo una lunga battaglia muore.
Ma prima le regala la gioia di vederla in abito bianco, sposare l’uomo che ama. Dopo il matrimonio nascono due bellissimi bambini a breve distanza, Antonio e Giovanni. E cosi comincia la sua vita da moglie e mamma a tempo pieno.
«Certo i miei figli mi hanno aiutato a superare un periodo buio della mia vita – racconta Amalia- ma mi sentivo incompleta,e così non appena mio figlio più piccolo raggiunse l’età di due anni decido di riaprire quel cassetto nel quale con cura avevo riposto il mio sogno,era il momento i rimettermi in gioco ».
Cerca di essere realista e con due bambini piccoli riprendere gli studi in Medicina sarebbe stato molto più arduo, ma voleva realizzarsi professionalmente ,infondo anche questa era una promessa che aveva fatto a sua madre.
Quindi si iscrive al test di ingesso di fisioterapia e viene ammessa. Seppur tra le tante difficoltà concilia il crescere i bambini con lo studio, è determinata a farlo.
Mancavano pochi esami all’ambito traguardo ,quando ad ottobre dello scorso anno il suo entusiasmo si spegne del tutto con la scoperta della malattia di Antonio,una LLA.
«Capì che quel sogno sarebbe rimasto solo un sogno, perchè tutte le mie forze dovevano essere dedicate a mio figlio, a sostenerlo nella sua battaglia contro il cancro; decisi ancora una volta di riporre quella mia aspirazione in un cassetto, forse questa volta per sempre».
La diagnosi di tumore ad un figlio mette in crisi l’intero assetto familiare,comporta inevitabilmente una riorganizzazione dei progetti futuri. «E’ come se ti mancasse il coraggio di pensare ad un futuro…Ma poi ho osservato i bambini che con tanta forza e “ingenuità”combattono per conquistarsi il loro diritto a crescere,a diventare grandi,e questo mi ha fatto capire che anche io potevo farcela, anzi dovevo! »
E grazie anche ai suoi professori che l’ hanno incoraggiato andando un giorno a trovarla proprio in reparto che decise che in ogni modo avrebbe realizzato il suo sogno.
«Conciliare tutto non è stato facile, i ricoveri, la famiglia, l’altro bambino, ma col senno di poi posso dire che sia stato proprio il tempo passato in reparto a consentirmi di concentrarmi sui libri, anche per distrarmi».
Gli esami terminano, anche la tesi è pronta, ci siamo ormai, ma a pochi giorni dalla seduta stabilita tutto si ferma. Scoppia la pandemia in Italia e nel mondo, le università chiudono e tutto è rimandato a non si sa quando.
«Non è possibile, pensai, forse il destino veramente ha per me in serbo una strada diversa da quella che sto cercando in tutti i modi di percorrere».
Il lockdown si allenta, le sedute di laurea riprendono on line, anche ad Amalia viene comunicata la data del giorno in cui avrebbe dovuto discutere la sua tesi che coincideva proprio coi giorni di ricovero del piccolo Antonio.
«Ero un po’ triste all’inizio, perché dopo tanti sacrifici mi sarebbe piaciuto vivere quel giorno a pieno, lontana dall’ospedale. Chiesi così ai medici se mio marito avesse potuto prendere il mio posto accanto a mo figlio, ma non poteva perché non aveva fatto il tampone Covid».
Ha realizzato dopo che forse non c’era luogo migliore se non la ludoteca del reparto dove discutere la sua tesi dal titolo :I bisogni riabilitativi dei piccoli pazienti oncologici.
«Ho voluto trarre una risorsa da questa esperienza, approfondendo un tema che tornerà utile non solo a mio figlio ma anche a tutti quei bambini che hanno vissuto o vivono la sua stessa situazione».
Tutto il reparto è lì con lei a darle supporto. Viene proclamata dottssa in fisioterapia con 110 e lode per la gioia di medici, infermieri e le altre mamme dei piccoli degenti per le quali Amalia è diventata un modello da seguire.
«Sono felice di aver portato una ventata di gioia in O.P. - conclude Amalia- purtroppo a causa del Covid la routine è diventata più pesante,anche per la mancanza delle varie associazioni,che comunque ringrazio perché non hanno mai smesso di starci accanto e supportarci. Sono soddisfatta perché nonostante le varie peripezie ce l’ho fatta,anche Antonio è quasi alla fine del suo percorso terapeutico ,la mia vittoria coinciderà con la sua e tutti e due ne usciremo segnati ma più forti di prima».